Padre Domenico De Marco (redentorista)
- Scritto da Redazione
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A fine Ottocento , ormai il Convento dei PP.Liguorini , era diventato una realtà molto attiva e protagonista nel contesto socio- religioso della città. Un momento particolarmente importante si ebbe comunque quando alla guida della comunità venne designato padre Domenico De Marco, un irpino di Montecalvo.Padre Domenico de Marco (Domenico Ascanio Michele) nacque a Montecalvo irpino il 23 gennaio nel 1841 da “ nobile, ricca e pia famiglia”.[1] I genitori erano Giovan Battista De Marco Notaio e Maria Michela Elisabetta Capozzi. Dopo aver compiuto i primi studi nel seminario di Nusco, entrò nella congregazione dei Redentoristi dove fu ordinato sacerdote nel 1863. Insegnò nei Collegi di Troia (FG) e Torremaggiore (FG) e, alla morte di Padre Lanzetta (30 ottobre 1888), fu trasferito ad Avellino, per insegnare filosofia. Profondo conoscitore delle opere di S. Tommaso, S. Agostino e S.Alfonso ,
Restauro Cappella Carafa – Relazione G.B.M. Cavalletti
- Scritto da Giovanni Bosco Maria Cavalletti
- Categoria: Storia
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La cappella nasce nel 1556, nel momento di massimo splendore della famiglia Carafa, per volontà di Giovan Battista I, terzo conte di Montecalvo. La sua costruzione segue di un anno la salita al papato di Giovan Pietro Carafa, Paolo IV, figlio di Giovann’ Antonio di Diomede conte di Maddaloni. Il rapporto di parentela tra il ramo di Montecalvo e quello di Maddaloni parte dai fratelli Antonio Carafa, detto Malizia, padre di Diomede e nonno di Paolo IV, e Tommaso Carafa, avo diretto dei Conti di Montecalvo. Il monumento fu posizionato al centro della navata minore destra della tardogotica chiesa collegiata di Santa Maria Maggiore, divenuta dell’Assunta in occasione dell’ampliamento del capitolo concesso nel 1672 da papa Clemente X su richiesta del duca di Montecalvo Carlo Pignatelli. Esso rappresentò il primo allargamento della navata che solo dopo il decreto del 1693, emanato nella stessa chiesa dal cardinale Vincenzo Maria Orsini, arcivescovo di Benevento e papa, col nome di Benedetto XIII, dal 1724 al 1730, vide l’erezione delle altre due cappelle laterali, attigue alla Carafa e con essa comunicanti dopo che, in esecuzione dello stesso decreto, furono demolite le pareti degli archi laterali interni.La Cappella Carafa non nasce come luogo sepolcrale, piuttosto come sorta di ringraziamento, oltre che di ostentazione, sia per il prestigio raggiunto in quel periodo dalla famiglia, sia per la personale ascesa del terzo conte di Montecalvo. Non conosciamo, al momento, il nome dell’architetto autore del progetto. E’ certo che ci troviamo di fronte ad uno straordinario esempio di architettura rinascimentale il quale, insieme alle eccezionali novità di interesse religioso e artistico che, dalla nascita della Parrocchia San Pompilio e dal ritrovamento della sua Mamma Bella, stanno interessando la nostra comunità, inserirà Montecalvo in un vero e proprio percorso turistico-culturale.
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Idea per la nascita di un “Museo degli antichi mestieri”
- Scritto da Alfonso Caccese
- Categoria: Cultura
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Il progressivo lento ed inesorabile spopolamento dei nostri paesi e la conseguente fuga in massa verso mete più allettanti ed industrialmente avanzate, l’introduzione di nuove tecnologie e di nuovi modelli di sviluppo hanno fatto sì che l’esistenza e il tramandarsi di arte e mestieri secolari, si sia interrotto e, di fatto, sia andato perduto ed eliminato dalla memoria collettiva nell’arco di qualche decennio.Una grave perdita dal punto di vista antropologico ma anche dal punto di vista identitario della nostra storia e cultura. Il progresso non può fermarsi ma la crescita culturale e una nuova generazione può di certo tentare il recupero di quello che è stata la umile condizione di vita dei nostri padri e del nostro paese. Ad alcuni potrebbe sembrare un operazione complessa ma oggi ci sono e sono evidenti, tutte le condizioni necessarie per un progetto nuovo che ne inverta la tendenza. Partendo da queste premesse di ordine generale l’idea per la creazione di un “Museo degli antichi mestieri”, unita ad altre iniziative di promozione locale, potrebbe rappresentare una svolta ed un cambio di passo per uscire dalle secche in cui è impantano il paese.
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Ariano Irpino: giovane operaio si uccide
- Scritto da Redazione
- Categoria: Attualità
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ARIANO IRPINO -
Giovane operaio si toglie la vita.
E' accaduto in contrada Maddalena. Il corpo senza vita del 35enne è stato ritrovato in un fabbricato in costruzione vicino all'abitazione dei suoi genitori.
Sgomento e dolore: l'operaio non aveva mai dato segno di squilibrio o di depressione. Sposato, si era trasferito in contrada Maddalena da pochi mesi.
Precedentemente abitava in contrada S. Pietro. Sul posto gli agenti del commissariato del Tricolle e il personale del 118 che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
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